Con l'entrata in vigore
dell'articolo 228 del Decreto Legge 152/2006 l'Italia ha recepito la
normativa comunitaria relativa al recupero dei pneumatici fuori uso. E'
fatto obbligo, a partire dal 9 giugno, ai produttori e importatori di
pneumatici di provvedere, singolarmente o in forma associata e con
periodicità almeno annuale, alla gestione di quantitativi di
pneumatici fuori uso pari a quelli dei medesimi immessi sul mercato e
destinati alla vendita sul territorio nazionale. Secondo Ecopneus
(consorzio costituito dai sette maggiori produttori e importatori) "il
contributo ambientale non è una tassa, ma
l'importo necessario per contribuire al completo trattamento
dei pneumatici fuori uso. Si tratta della razionalizzazione di un costo
che l'automobilista oggi sostiene già, che
verrà solo reso trasparente rispetto al prezzo del
pneumatico: sarà versato solo dagli acquirenti di pneumatici
e sarà finalizzato esclusivamente al finanziamento delle
operazioni di raccolta e recupero, sotto il controllo del Ministero
dell'Ambiente. Fino ad oggi, i gommisti o le officine di
servizio pagavano un determinato importo al soggetto che andava a
ritirare le loro giacenze. Questo costo è quindi da sempre
compreso nei costi di gestione complessivi
dell'attività lavorativa degli operatori, al pari
degli altri costi fissi abituali. Con l'entrata in vigore di
questo Decreto, questo costo viene scorporato in fattura, reso univoco,
controllabile e tracciabile in ogni suo passaggio".
Ecopneus dovrà
gestire larga parte delle 380.000 tonnellate di pneumatici che ogni
anno arrivano a fine vita in Italia assicurandone la raccolta, il
trattamento in appositi impianti e il recupero promuovendone i settori
di impiego. Piu' di un quarto di questi pneumatici vengono oggi
abbandondati in discariche abusive, torrenti, fiumi e campagne. Secondo
il censimento realizzato da Legambiente, dal 2005 al 2010 sono state
individuate ben 1049 discariche illegali (per un'estensione di piu' di
6 milioni di metri quadri).